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La nuova narrazione del Quartiere e oltre…

Gli sguardi dei ragazzi… profumano sempre di ribellione e voce, e noi gli abbiamo dato un microfono in mano, per scoprire che a quell’età la scuola può essere un inferno o che va tutto bene, dicono.

Si scopre che gli occhi della donna disegnata nel murales sono bellissimi, perché somiglia ad una mamma che guarda e protegge, e quando chiedo loro da cosa, mi hanno risposto dal male che vede intorno e ha paura per I suoi figli.

Gli sguardi dei ragazzi non cambiano anche dietro le mascherine, si trova dentro la speranza di un futuro di opportunità e la delusione di un mondo spesso non alla loro altezza.

Poi si colgono gli occhi sbarrati quando un anziano racconta loro che c’era una palude al posto dell’ospedale che oggi vedono, un’opera pensata tempo fa da ragazzi un po’ più grandi di loro che ci hanno creduto,e aggiungerei che c’è stato qualcuno a credere in quel credo.

Si scopre che nel quartiere che vorrebbero questi ragazzi ci sono più centri sportive e aree verdi, una scuola di musica e più cultura. Ma anche meno sporco, meno rifiuti e meno buche.

Qualcuno dice di voler vedere completate le opere in costruzione, qualcun altro vorrebbe che non ci fossero persone povere e che tutti possano mangiare bene ed essere in salute.

Molti vorrebbero che la gente fosse meno volgare e aggressiva, qualcuno,che le api vivessero di più. “Qui non ci sono licei, ma neanche un cinema o un ristorante” ci siamo sentiti dire, Isabella però risponde che vorrebbe un quartiere che risplende e noi dobbiamo prendercene cura per eliminare i pregiudizi, aggiunge.

Cristina vorrebbe alberi da frutta e fiori per strada, sulle stesse strade,qualcun altro dice di voler poter girare senza paura di essere investito.

Si scopre ancora che la mafia è lontana, ma si reagisce in base alla ragione che si ha.

In progetti come questo una professoressa mi bisbiglia all’orecchio che il ragazzo che sta parlando in quel momento spedito al microfono, alle interrogazioni solitamente fa scena muta. Allora penso che dobbiamo crederci di più a quegli sguardi, questo a dire il vero già lo sapevo…ma anche a progetti come questo che entra nelle scuole perché per fortuna qualcun altro sceglie e crede sia una bella opportunità per loro.

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